Il diritto e il Corano. Bilotti

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Ne “Il diritto e il Corano” si esplicano le ragioni per cui non ritenere pericolosa, inutile o inessenziale la lettura del Testo.Anzi, è un buono slancio per studiare meglio la cultura occidentale e la natura giuridica.Emerge dapprima un sistema valoriale non sovrapponibile né alla scienza politica di natura liberale, né a quello della società consumistica e tecnologica.Per questo bisogna analizzare bene le letture del Corano e misurarsi con una concezione delle relazioni sociali, circa anche la spiritualità individuale. Ovviamente pone qualche problema di comprensione già l’aggettivo “Maomettano” e “Cristiano”. Gesù Cristo difatti è il figlio di Dio e rappresenta parte essenziale della Trinità, è coessenziale nella vita di Gesù il messaggio.

Maometto incarna un ruolo diverso, è un profeta ma non è partecipe di un disegno di combinazione ed unitarietà rispetto ad Allah. Emblematico è per me il verso 35 della Sura che recita “non siate dunque deboli e non proponete l’armistizio mentre siete preponderanti. Allah è con voi e non diminuirà [il valore del]le vostre azioni.”. Il sentire diffuso potrebbe ritenere ciò un’esplicazione fallace di un “diritto penale di guerra”.

A ben analizzare le scritture è il netto opposto. Si parla invece quindi di equilibrio, quella fermezza d’animo e del non venire meno alle ragioni della ‘battaglia’. In secondo luogo, l’invito a non accogliere cedimenti dalla dimensione mono – latrica musulmana si traduce nel non potere negoziare armistizi (qui, però, sostanzialmente intesi in senso negativo: sotterfugi, comparaggi) nel momento in cui si è preponderanti. Anche questo precetto va rap portato all’autenticità richiesta al cuore del fedele: non si tratta di affondare il colpo, ma si tratta, invece, di non volere traccheggiare, deflettere, retrocedere.

Di non temere e di non volere opportunisticamente trasformare un momento di supremazia in una circostanza per scendere a patti a danno della fede. Come si è cercato di dimostrare, è un concetto legato al rapporto tra Allah e i suoi fedeli, tra la Rivelazione e il suo compimento, tra la fermezza d’animo e le paure umane. Vale la pena leggere tutte le considerazioni del prof Bilotti per ben capire che a volte la paura che si ha dell’altro, non è altro che la paura dell’ignoto che vale la pena mettere in discussione con i dovuti respiri di cultura.

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